Pensieri e parole

10 Ottobre 2010 - La mia pagina Jimdo!

Questa è la data di inizio della pubblicazione dello Zibaldone di Br1 sul Web.

Tito Livio: Ab Urbe condita, Praefatio, 1-3

«Facturusne operae pretium sim si a primordio urbis res populi Romani perscripserim nec satis scio nec, si sciam, dicere ausim, quippe qui cum veterem tum volgatam esse rem videam, dum novi semper scriptores aut in rebus certius aliquid allaturos se aut scribendi arte rudem vetustatem superaturos credunt. Utcumque erit, iuvabit tamen rerum gestarum memoriae principis terrarum populi pro virili parte et ipsum consuluisse.»

 

«Non so se valga davvero la pena raccontare fin dai primordi l'insieme della storia romana. Se anche lo sapessi, non oserei dirlo, perché mi rendo conto che si tratta di un'operazione tanto antica quanto praticata, mentre gli storici moderni o credono di poter portare qualche contributo più documentato nella narrazione dei fatti, o di poter superare la rozzezza degli antichi nel campo dello stile. Comunque vada, sarà pur sempre degno di gratitudine il fatto che io abbia provveduto, nei limiti delle mie possibilità, a perpetuare la memoria delle gesta compiute dal più grande popolo della terra.»

Ranuccio Bianchi Bandinelli

(Archeologo, storico dell'arte e uomo politico; Siena,1900–Roma,1975)

«Come la chiesa cattolica ha costruito una sua potenza piuttosto che una società veramente cristiana nel senso evangelico, anche l'Unione Sovietica ha costruito una sua potenza piuttosto che una società veramente socialista in senso comunista».

Trilussa 

(Carlo Alberto Salustri - Roma, 26 ottobre 1871 – Roma, 21 dicembre 1950)

Un arguto commentatore della società del suo tempo, ma la satira politica delle sue poesie è sempre valida. Ne riporto alcune particolarmente attuali in questa pagina.

Eugenio Montale - Ho sceso un milione di scale

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno milioni di scale 
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. 
Anche così è stato breve il nostro viaggio. 
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono 
le coincidenze, le prenotazioni, 
le trappole, gli scorni di chi crede 
che la realtà sia quella che si vede. 

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio 
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più. 
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due 
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, 
erano le tue.

Da un'intervista a Silvia Ronchey - supplemento a "Il Corriere della Sera" - Estate 2000
Allora definiamo la vecchiaia.
«Si è vecchi quando si ha bisogno di sostegno. Quando bisogna fare rete, fare mafia, fare setta. Si è giovani quando si è indipendenti, intellettualmente, moralmente e fisicamente. I sessantottini sono stati sempre vecchi: non c'era autosufficienza, indipendenza, affrancamento dal conformismo».

Seneca

Molte cose non osiamo non perche' sono difficili, ma sono difficili perche' non osiamo!

Attualità

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